Giussano, 12 ottobre 2024
Il 12 ottobre, presso la Sala Don Caccia di Giussano, è stata proposta una lettura drammatizzata de “I PROMESSI SPOSI” con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’associazione, in modo specifico per la costruzione di una piscina accessibile ai bambini con disabilità.
Io c’ero, insieme a tanti altri, volti conosciuti e non, per goderci una serata di grande bellezza. Si comincia con il saluto di Fabio, vicepresidente dell’Associazione Zawadi e papà di Don Daniele; A seguire un breve intervento di Don Mattia e di Don Daniele che “dal vivo”, ovviamente in video, illuminano la serata raccontando con semplicità e letizia le motivazioni del progetto che stiamo insieme sostenendo: COMPLESSO SPORTIVO CARDINAL MAURICE OTUNGA. COSTRUZIONE DI UNA PISCINA PER DISABILI.
Dice Don Mattia: Ciò che noi impariamo nella Fraternità San Carlo è che “la persona ha la precedenza su tutto, anche sull’opera”, ciò che emerge, emerge attraverso il rispetto per le persone con la loro storia, i loro desideri, i loro bisogni…ogni persona è un dono di Dio e di quella persona vogliamo prenderci cura.
Si alza il sipario.
“ Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, Don Abbondio…” recita l’attore Matteo Bonanni, fratello maggiore di Don Daniele, e tutti ritorniamo ragazzi sui banchi di scuola e ricordiamo la voce dell’insegnante che leggeva in una buia giornata di ottobre.
Ci sembra di vederlo Don Abbondio che col piede scansa i ciottoli davanti a sè e con la mano allarga il colletto prima di quell’incontro inevitabile coi Bravi e poi a casa con Perpetua..l’attore continua a recitare, ma cambiano le voci, i toni, i ritmi. Lo spiga bene Matteo: ogni personaggio ha il suo ritmo nella narrazione e per questo lo riconosciamo e ci immedesimiamo in ciascuno di loro; anche in questa modalità di narrazione sta la grandezza del Manzoni.
Poi Don Rodrigo che scopre su di sè i sintomi della peste, Renzo alla ricerca di Lucia nel Lazzaretto, l’incontro con Fra Cristoforo e infine con Don Rodrigo sul letto di morte. Osserva Matteo: “Non ci sono padri nel romanzo”, ma chi non riconosce la paternità nella figura di Fra Cristoforo che per tutto il romanzo accompagna e guida Renzo e Lucia? Al Lazzaretto accoglie Renzo con affetto, ma lo invita con decisione ad andarsene quando scopre dalle sue parole che vuole vendicarsi su Don Rodrigo per tutto il male che ha fatto a lui ed alla sua amata; ed ecco un Fra Cristoforo severo ed irremovibile, pronto a cacciare Renzo, se non dovesse aprirsi al perdono. Davanti a Don Rodrigo il frate-padre rivolge a Renzo queste parole:”Forse la salvezza di quest’uomo e la tua dipende ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione,…d’amore”
Come non pensare a Nairobi, ai nostri Don Daniele e Don Mattia, per vocazione padri di uno stuolo di bimbi, ciascuno accolto nella sua unicità, ognuno con il suo ritmo come i personaggi del Manzoni, con le sue fragilità, come Renzo da Fra Cristoforo al Lazzaretto, abbracciato e sostenuto, perchè possa crescere e fiorire con tutte le sue potenzialità, in quanto ogni persona è un dono di Dio da accogliere e amare! Armando, Presidente dell’Associazione e papà di Don Mattia conclude quindi la serata con i ringraziamenti ed i saluti, emozionato e grato per tanta bellezza.
Cristiana Piva